Il Microcredito come antidoto alla crisi del sistema bancario

di Emiliano Antonelli 21/02/2013 ECONOMIA E WELFARE
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In tempi di crisi e con le elezioni alle porte l'Italia si trova a far fronte a problemi economici che caratterizzano lo stile di vita delle famiglie. Eccessiva pressione fiscale, consumi limitati e scarse occasioni di crescita occupazionale. Ormai da anni le banche hanno ridotto l'accesso al credito. Molti istituti finanziari hanno intrapreso la strada della bancarotta e del fallimento ed hanno affossato le aspettative di tante famiglie e la possibilità di sviluppo dell'intero sistema finanziario nazionale. Ed i conti non si fanno solo nei confini geografici italiani. E’ l’intera Unione Europea ad essere investita dalla stretta finanziaria.

La funzione delle banche era, fino a qualche anno fa, quella di erogare ai cittadini, alle famiglie, ai commercianti ed imprenditori piccoli prestiti, spesso a tassi agevolati, con un tempo di restituzione molto breve. Il risultato. Possibilità di investimenti necessari per lo sviluppo della propria attività o per la realizzazione di un progetto familiare.

Possiamo definirlo uno strumento tradizionale quello del prestito bancario. Ad oggi, concesso dalle banche ai cittadini con molte difficoltà.

In questo quadro tutt’altro che roseo, appare degno di nota ciò che in questa materia ci giunge dall'oriente. Da paesi che stanno vivendo momenti certamente positivi. Si tratta di nuove iniziative che possono fare da esempio e da traino ad una rinnovata visione del credito. In India, ad esempio, quello che noi conosciamo con il nome di prestito bancario, viene chiamato microcredito. Ed è un sistema che sta permettendo alle popolazioni più povere di risollevarsi. Restituisce alle famiglie più bisognose dignità e senso di comunità tra le persone. Il microcredito non è altro che uno strumento necessario alla società per creare lavoro e ricchezza. Il sistema del microcredito è vantaggioso sia per i contraenti, sia per gli investitori, e non ultimo anche per le banche. I dati indicano che la percentuale di insolvenza è molto bassa. Ed i tempi di estinzione del debito, quindi di avvenuto guadagno per i contraenti, sono certamente rapidi. Perché dunque non prender esempio dal cosiddetto circuito del microcredito? Da noi la crisi sta mordendo duramente. I sogni dei cittadini, lavoratori ed imprenditori si infrangono sulla consapevolezza che rivolgersi alle banche per richiedere un aiuto economico legale, è quasi sempre inutile. In assenza di questi benefici dal nostro sistema bancario, la conseguenza è un aumento della finanza illecita, dell'usura e dei prestiti con tassi sfavorevoli.

Perché il sistema bancario italiano, che pure è stato alla fonte nei decenni scorsi dello sviluppo, non funziona più?

La malattia che colpisce le banche è chiara ormai da anni. Il loro scopo non è più quello di fornire crediti ai cittadini, avvantaggiare e far crescere il risparmio delle famiglie, erogare mutui e prestiti. Nell’evoluzione del sistema economico globale le banche, soprattutto quelle legate ai grandi gruppi finanziari, hanno cambiato la loro funzione sociale. Sono divenuti istituti dedicati quasi esclusivamente ai grandi investimenti finanziari quando non alle speculazioni vere e proprie. L'avidità di questa finanza ha investito l'Italia e l'Europa e caratterizza, purtroppo oggi, il sistema creditizio globale. Solo una riforma morale della finanza, spinta dall’intervento di una politica in grado di essere autorevole e dedita al bene comune, restituirà una nuova "ricchezza" economica.


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